Il CAI per l'emergenza terremoto

Da domani il sottoscritto insieme ad altri iscritti alla sezione di Isola del Gran Sasso e alla sottosezione di Pietracamela del Club Alpino Italiano saranno dislocati per una settimana nei campi attorno a Sassa, frazione a pochi chilometri da L'Aquila. Questa attività rientra nella solidarietà e nella collaborazione attiva che le sezioni abruzzesi del Club Alpino Italiano hanno deciso di adottare subito dopo i catastrofici eventi legati al terremoto che ha colpito diverse parti della nostra regione.
Di seguito il comunicato redatto in proposito dal Presidente della delegazione Abruzzo, Eugenio di Marzio.


Cari Amici,

ritengo doveroso ringraziare ancora una volta tutti coloro che attraverso il Club Alpino Italiano hanno voluto testimoniare la solidarietà verso la popolazione abruzzese così duramente colpita e, nello stesso tempo, aggiornare tutti sugli sviluppi delle iniziative prese.

Dopo un incontro avuto con il Prefetto de L’Aquila e con il Dott. Agostino Miozzo, Direttore

dell’Ufficio Relazioni Internazionali del Dipartimento di Protezione Civile, al quale hanno partecipato il Vice Presidente Generale Dott. Goffredo Sottile e gli amici Luigi Scerrato, Presidente del CAI Lazio, e Gaetano Falcone, Vice Presidente CAI Abruzzo, è stata effettuata, unitamente a Felice Flati, infaticabile uomo CAI e ANA, una ricognizione in diversi campi tenda: alla fine del lungo giro si è deciso di prendere in cogestione, unitamente al Gruppo ANA di Conegliano, i campi di Sassa Scalo, Genzano di Sassa, Colle Fracido di Sassa, Poggio Santa Maria di Sassa, Palombara di Sassa, Paiare di Sassa, Colle di Sassa, Foce di Sassa oltre al campo di Castelli.

La presenza nei campi, regolarmente registrata e autorizzata a partire dal 15 aprile fino alla fine dell’emergenza con nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile – Ufficio Volontariato, Relazioni istituzionali e Internazionali, verrà portata avanti attingendo dalla lunga lista di Soci e non che hanno offerto la propria disponibilità. Come si può ben comprendere questo sarà un impegno che vedrà il CAI impegnato per diverso tempo e pertanto, al fine di dare una risposta coordinata e finalizzata come sempre richiesta, chiedo a tutti coloro che hanno dato la propria disponibilità ad operare sul territorio, e che vorrebbero essere attivati subito, di pazientare perché nel tempo ci sarà spazio e lavoro gratuito per tutti.

La grande voglia di tornare a “vivere”, per noi realizzata con l’Assemblea delle Sezioni CAI d’Abruzzo tenutasi a Teramo il 18 aprile scorso, e di far sì che la nostra bella regione torni ad essere un punto di riferimento di un turismo eco compatibile legato alle bellezze del nostro ambiente montano sono emerse con grande forza nell’Assemblea stessa, della quale riporto un sunto elaborato dall’amico Filippo Di Donato:

“E' stata l'occasione che, alla presenza di molti delegati, ha consentito di stare vicini ai soci dell'Aquila e ai terremotati tutti e di decidere come proseguire le attività del 2009.

Le parole d’ordine di questa importante giornata, con messaggi diretti ed efficaci, sono state:

L’ABRUZZO DELLE MONTAGNE VUOLE RISORGERE

RILANCIARE IL RUOLO DEL CLUB ALPINO ITALIANO

L’UNIONE E L’INTESA TRA LE SEZIONI FANNO LA FORZA

Una numerosa e addolorata presenza di Presidenti e altri delegati, ammutolita nel minuto di raccoglimento, si è stretta attorno alle vittime del terremoto del 6 aprile e agli amici del CAI dell’Aquila, con il Presidente Bruno Marconi, il Vice Presidente del CAI Abruzzo Gaetano Falcone e Gianluca Torpedine dell’Alpinismo Giovanile, presenti e coraggiosi testimoni di quanto dolorosamente ha travolto L’Aquila e paesi, ma anche della volontà di ricominciare e risorgere.

Il presidente Eugenio Di Marzio, nel salutare con calore ed emozione i presenti, informa degli incontri con lo staff di Guido Bertolaso della Protezione Civile, di quanto organizzato e svolto in alcuni campi di accoglienza e della necessità di continuare questa utile opera con nuovi gruppi sezionali che si 2 alterneranno, evidenziando la valida funzione di collegamento svolta da Felice Flati, del CAI dell’Aquila, con la Protezione Civile e con l’Associazione Nazionale Alpini. Fa presente della vicinanza e della solidarietà del CAI nazionale, a cominciare dal Presidente Generale Annibale Salsa e di molti dei Presidenti dei GR CAI, ricordando l’appello alla raccolta fondi del CAI, fatto proprio anche da Uncem e Federbim. Adesso verrà la parte più impegnativa che è quella della ricostruzione, dell’esserci con continuità ed efficacia e indica l’opportunità di organizzarsi anche come struttura CAI nella Protezione Civile.

La possibilità di entrare a far parte della Protezione Civile è stata raccolta positivamente in tutti gli interventi del dibattito, a cominciare da Bruno Marconi.

Alla presidenza dell’Assemblea Luigi De Angelis, Presidente CAI Teramo; presenti le Sezioni CAI di Carsoli, Castelli, Civitella Roveto, Chieti, Farindola, Guardiagrele, Isola del Gran Sasso, Lanciano, L’Aquila, Loreto Aprutino, Ortona, Penne, Pescara, Teramo e Vasto e gli Otp: Escursionismo, TAM e Scientifico, Alpinismo Giovanile, Scuola Gran Sasso, CEA “Gli Aquilotti”. Presente anche il Presidente regionale del CNSAS.

Sono stati approvati il verbale dell’Assemblea del 20.12.08 a S.Eufemia a Majella (PE), il Bilancio Consuntivo 2008 e il Bilancio di Previsione 2009, con l’appello a trovare ogni possibile occasione per sostenere il Fondo per i terremotati del CAI d’Abruzzo.

Ponendo attenzione ai rinnovi nelle strutture nazionali del CAI dall’Assemblea sono stati designati i soci Enzo Cori al Consiglio Centrale e Vincenzo Torti alla Vice Presidenza Generale.

I lavori hanno evidenziato un CAI che vuole impegnarsi migliorando in intesa e comunicazione, con la volontà di organizzarsi in Rete, aumentando in visibilità, coordinando e finalizzando programmi e azioni tra Sezioni, OTP, Regione, Parchi e altri Enti locali.

Il CAI vuole essere parte attiva sia nel sostegno alle popolazioni terremotate, sia alla promozione sociale ed economica delle montagne d’Abruzzo che non sono state interessate direttamente dal sisma, ma coinvolte in una immagine negativa che spaventa e allontana. In questa direzione le iniziative programmate, locali e nazionali, della FESTA DELLA MONTAGNA 2009 e tra queste la Giornata sulla Costa dei Trabocchi (17 maggio) e la Settimana Nazionale dell’Escursionismo (20-26 giugno), devono servire a rilanciare l’immagine di un Abruzzo montano impegnato nella solidarietà e nella salvaguardia del territorio montano, che è possibile visitare e che è in grado di accogliere e

ospitare tutti, appassionati, escursionisti e alpinisti.

A sancire queste importanti riflessioni l’Assemblea ha fatto proprie due mozioni sui temi della solidarietà e della tutela delle Terre Alte.

2009 L’ANNO DELLA SOLIDARIETA’

Mozione 1

Le Sezioni CAI d’Abruzzo dedicheranno ogni iniziativa del 2009 alla solidarietà, con la raccolta di fondi a favore dei terremotati e per rilanciare il valore naturalistico-culturale e il turismo sostenibile delle montagne d’Abruzzo

PER UNA TUTELA CONDIVISA DELLE TERRE ALTE

Mozione 2

Riconoscendo valore internazionale alle montagne d’Abruzzo (bene dell’umanità) le Sezioni CAI d’Abruzzo puntualizzano che il territorio montano è comune a tutti ed è ambito di responsabilità comune: pertanto, iniziative e interventi devono essere condivisi tra Sezioni, avallati e coordinati dal CAI Abruzzo”.

Tra le tante manifestazioni organizzate la SETTIMANA NAZIONALE DELL’ESCURSIONISMO, prima dell’Area del Mediterraneo, organizzata dalla Commissione Centrale per l’Escursionismo e dal CAI Abruzzo con un percorso che attraversa tutti i Parchi d’Abruzzo, potrebbe trasformarsi, con una numerosa partecipazione, nella grande escursione della solidarietà.

Potrebbe essere infatti questo il momento che unisce alla vicinanza affettiva, realizzata attraverso il contributo donato tramite il CC NAZIONALE DEL CLUB ALPINO ITALIANO – UNCEM – FEDERBIM n° 500X36 intestato a “RACCOLTA FONDI IL CAI PER L’ABRUZZO” IBAN IT42 F056 9601 6200 0000 0500 X36 , quello umano fatto di rapporti personali che tanto si realizzano attraverso l’escursionismo e le altre attività del nostro Club.

BOX prenotazioni Settimana Escursionismo (entro il 15 maggio):

e-mail: sne@caiabruzzo.it – cell. 3312485733 – fax 0861.976202

Informazioni: www.caiabruzzo.it

VI ASPETTIAMO IN ABRUZZO!

Chieti 21 aprile 2009

Club Alpino Italiano – Abruzzo

Il Presidente
(Eugenio Di Marzio)

Volontari nel campo di Fossa




La Protezione Civile di Montopoli Sabina mi ha contattato per aggiornare il suo appello pubblicato la settimana scorsa. I volontari in questione verranno dislocati nel campo di Fossa, c'è particolare preferenza per elettricisti ed idraulici ma si accolgono richieste anche generiche. Il periodo a partire dal quale è richiesta la disponibilità va da metà giugno in poi.


Aggiungo un elemento importante per tutti i lavoratori dipendenti che volessero offrirsi come volontari. Il DPR 194/2001 stabilisce all'art 9 che il datore di lavoro è tenuto a consentire l'attività di volontariato del lavoratore aderente ad organizzazioni di volontariato per un periodo non superiore a trenta giorni consecutivi e fino ad un massimo di novanta all'anno. La normativa prevede un rimborso per i datori di lavoro.

C’era una volta Castiglione della Valle



Colledara, il mio paese, nasce come agglomerato di case sparse. E’ una dinamica tipica di molti centri rurali quella di amalgamare lentamente fra loro una serie di piccole frazioni fino a trasformarle in un unico centro urbano. Quando ero bambino Carancia, Colledara paese (da alcuni anche chiamata Capo di Colle), Pantani, Chiovano e Villa Ilii erano dei mini agglomerati di case separate da spazi di campagna coltivata. La distanza fra di loro non era eccessiva, qualche centinaio di metri, ma era ancora sufficiente a dare l’impressione di trovarsi dinnanzi ad una serie di frazioni indipendenti.
Oggi il paese è cresciuto, una serie di case basse con giardino uniscono fra loro i vari centri abitati di un tempo, probabilmente solo Villa Ilii mantiene ancora le caratteristiche di un tempo. Qui fino a pochi anni fa c’era addirittura una sua scuola elementare dove tra le altre cose il sottoscritto superò gli esami di seconda (a quei tempi ancora si facevano, lo so, sono vecchio…).
Questa conformazione urbanistica ovviamente rendeva Colledara un comune molto diverso rispetto agli altri presenti nella Valle Siciliana. In pratica era l’unico a non essere cresciuto attorno ad un centro storico. Ma non è stato sempre così. Mio nonno, per esempio, nato alla fine del 1.800 non figura come nato a Colledara, ma all’anagrafe risulta nato a Castiglione della Valle.
Castiglione della Valle (anticamente Castrum Leonis Vallis) è l’antico comune di questa zona, ricoprì tale funzione fino al 1909 anno in cui la sede comunale venne trasferita a Colledara per motivi di comodità. Colledara era situata in posizione molto più centrale rispetto al resto della valle, aveva molti più abitanti, l’ambulatorio medico, la banca e poi la strada per arrivare a Castiglione era un disastro, ogni volta che pioveva ne franava un pezzo.
Uno dei primi ricordi che ho di Castiglioni, come la chiamiamo noi, risale alla mia età fanciullesca. Don Roberto, il parroco di Colledara spesso il pomeriggio prendeva un manipolo di noi ragazzini, ci caricava sulla sua seicento e ci portava con lui a Castiglione della Valle. La strada (allora era ancora sterrata è stata asfaltata solo due anni fa) scende in una vallata in mezzo ad un dedalo di fossi. Il clima qui sotto è perennemente umido e contribuisce a mantenere una rigogliosa vegetazione di piante di ogni genere, dalle querce ai salici. Luoghi naturalisticamente talmente belli da meritare l’istituzione nel 1990 del Parco Territoriale Attrezzato “Fiume Fiumetto”, area protetta regionale di 74 ettari di cui l’antico paese è parte integrante.
Il centro abitato è situato in cima ad uno sperone proprio alla confluenza con il fiume Fiumetto, arrivare qui era ed è tutt’ora un po’ un viaggio a ritroso nel tempo, soprattutto se lo si fa percorrendo a piedi uno dei sentieri del parco invece della strada asfaltata. Un tempo scendere a Castiglioni era sempre un po’ un’incognita, soprattutto dopo abbondanti piogge ci si chiedeva: “chissà se è franata la strada prima del ponte?” Ricordo benissimo che il breve tratto oggi rinforzato con delle travi di cemento armato, un tempo era tenuto assieme da alcuni terrapieni creati con una serie di canne infisse nel terreno.
(Foto di Pasquale Pichinelli)


Per il resto Castiglione regala lo stesso fascino e la stessa atmosfera di un tempo, case e stradine di pietra sono immerse in un silenzio rotto solo dal rumore dell’acqua che scorre giù in basso nei fossi che cingono il paese. Solo quattro famiglie vivono in questo paradiso, quattro famiglie che dal 6 aprile 2009 sono state sfollate. Tutto il paese è stato dichiarato inagibile. Il terremoto qui ha lasciato segni evidentissimi, ha addirittura aperto il portone del palazzo della vecchia sede comunale. Crepe enormi sono visibili praticamente su ogni edificio, danni strutturali tali da chiedersi se sarà mai possibile procedere ad un loro consolidamento senza abbatterli.


Se Colledara non rientrerà fra i comuni per i quali è stato dichiarato lo stato di calamità naturale questo luogo è destinato a morire e con esso la memoria storica dei suoi abitanti. E si sa, un paese che non è in grado di preservare la propria cultura e la propria storia non ha futuro.

Non è vietato commentare questo post.

Fiore

La settimana scorsa insieme ai miei colleghi di Kataweb e a quelli di mia moglie di Risorse per Roma (società municipalizzata del comune di Roma) abbiamo effettuato un nuovo raccolto di materiale per gli sfollati del terremoto. Tutta roba richiestaci direttamente dalla tendopoli di Coppito (una collega di mia moglie è di lì) e che abbiamo portato direttamente al campo sabato mattina.
E’ la terza volta che torno in Abruzzo da quando c’è stata la scossa grossa del 6 aprile. Percorrendo la A24, superato il tunnel di San Rocco e il casello di Tornimparte, si comincia a scendere verso la Valle dell’Aterno. La prima cosa che si nota dall’alto dei cavalcavia autostradali è che il paesaggio si è arricchito della presenza di un nuovo colore che fino a due settimane fa non esisteva, è il blu cobalto delle tende. Ci sono macchie blu più o meno grosse un po’ ovunque, nelle periferie dei paesi o al loro interno, a volte anche nei giardini più grossi vicino alle case.
Nei pressi dell’uscita di L’Aquila Ovest l’autostrada fa una grossa curva verso sinistra e passa vicino alla zona industriale. Il grande parcheggio nei pressi del centro commerciale dove c’è il CONAD ora è diventato una enorme tendopoli, ma da qui in poi le tende sono praticamente ovunque e le case che sono rimaste in piedi sono tutte chiuse, con le tapparelle quasi sempre abbassate.
Al casello nonostante sia ancora presto c’è già un po’ di fila, sono tutti in fila per pagare il pedaggio, colonne della protezione civile comprese. Gli sfollati che vogliono approfittare del pedaggio gratuito concesso per loro dalla Strada dei Parchi devono riempire un lungo modulo di autocertificazione, quasi tutti rinunciano per dignità e per evitare che gli altri rimangano imbottigliati in un gigantesco ingorgo.
Per andare alla tendopoli eretta nel campo sportivo di Coppito transitiamo per la periferia del capoluogo abruzzese, quasi tutti gli edifici sono spanciati con enormi crepe, sembra che siano stati gonfiati all’inverosimile fino a far cedere le strutture portanti. Ho la macchina fotografica ma non riesco nemmeno a pensare di usarla, mi sembrerebbe di profanare qualcosa che è già stato oggetto di abbondante sciacallaggio mediatico.
Arriviamo al campo e ci viene incontro Fiore, un bel ragazzo lucano che vive da anni qui a Coppito, è un militare di stanza a L’Aquila e si occupa dell’organizzazione della tendopoli. Ci racconta molte cose, la più impressionante è che sono senza luce, l’hanno richiesta ben dieci giorni fa ma ancora non arriva. Sono riusciti a fare illuminare la mensa con un filo elettrico di fortuna collegato al bar del campo da calcio. Le tende non sono riscaldate, ci vivono in 500 persone e la notte fa davvero freddo. Arriva uno scout, ci saluta calorosamente e Fiore ci racconta come si sia ricreduto molto sul loro conto, “ci stanno aiutando tantissimo”. Ma in generale in tutto il campo aleggia un’atmosfera molto collaborativa, ogni volontario al campo ha un compito e lo svolge con grande entusiasmo.
Scarichiamo le nostre vetture, il materiale che abbiamo portato viene immediatamente catalogato e sistemato nei container di stoccaggio. Mentre lo facciamo si palesano dal nulla decine di persone che chiedono con grande discrezione se per caso fosse arrivato il lenzuolo singolo o il pile che avevano chiesto qualche giorno fa. C’è anche una voce che chiede “che per caso sono arrivate le scarpe?”
Questa delle scarpe è una cosa che mi aveva lasciato basito quando è arrivata la lista delle cose richieste al campo. Avevo anche chiamato per farmela confermare, non riuscivo a credere che a due settimane dall’evento del 6 aprile ci fossero ancora persone senza scarpe. Eppure…
Usciti dal campo, proseguendo verso il mio paese ed i terremotati del teramano dimenticati da tutto e tutti pensavo alle menzogne diffuse a piene mani dai giornalisti sui principali media nazionali. A quanto fosse diversa la realtà vista con i miei occhi rispetto a quello che i miei colleghi presentano sui media nazionali. Chiunque entra anche solo per mezz’ora in una tendopoli si accorge subito di come tutto sia precario e legato all’iniziativa dei singoli. Ma nessun giornalista avrà mai il coraggio di affermarlo, nessuno verrà mai a fare domande scomode, chi osa fare luce sia pure in minima parte sulle vicende dei terremotati è oggetto di censura immediata e feroce e rischia l’isolamento umano e professionale da parte dei suoi colleghi. Gli stessi che preferiscono fare da megafono alle affermazioni di alte cariche dello Stato sulle inchieste della magistratura “Per favore non perdiamo tempo, cerchiamo di impiegarlo sulla ricostruzione e non dietro a cose che ormai sono accadute”.
Provate a dirlo in faccia a chi ha perso la propria famiglia e la propria casa. Fatelo se avete coraggio.

L’effetto domino che spaventa la Valle del Vomano




Uno dei primi pensieri che ho avuto quando è passato il terremoto, quello forte del 6 aprile per intenderci, è stato: chissà cosa è successo al lago e alle dighe nella valle del Vomano.

Successivamente lo spostamento della zona sismica verso Campotosto ha acuito questa preoccupazione. Adesso ne parlano tutti di questo grande lago, 1.400 ettari di superficie, non so quanti milioni di metri cubi di acqua, che sorge a una quota di oltre 1.300 metri.

Vediamolo meglio, come è formato? Il lago sorge su una ex torbiera che è stata inondata grazie alla sua chiusura avvenuta negli anni ’30 tramite tre diverse dighe. Un primo terrapieno sorge a pochi metri dall’abitato di Poggio Cancelli, appena sopra alle case del paese, qui trovate una foto (http://www.poggiocancelli.it/)abbastanza esplicativa della sua localizzazione.

Una seconda diga in cemento, foto di http://www.meteogiornale.it/, (non meravigliatevi, il lago in inverno gela quasi sempre) è localizzata nella parte più orientale del lago nella zona che incombe sull’alta valle del Vomano. Una terza diga invece si affaccia sulla stretta valle del Rio Fucino affluente anch’esso del fiume Vomano nel quale sfocia nei pressi dell’abitato di Aprati (frazione di Crognaleto), questo sbarramento è quello utilizzato come emissario del lago ed è servito nei giorni scorsi ad abbassare considerevolmente il livello di acqua del bacino.

Il lago fa parte di un complesso sistema idrico per la produzione di energia elettrica di cui sono parte integrante altri due bacini artificiali situati poco più a valle nella sinuosa e stretta valle del Vomano. Un primo bacino è quello della Provvidenza (vedi foto di Rolling Riders MTB) al quale segue più a valle un secondo bacino più piccolo, quello di Piaganini avente una capacità di 217 metri cubi (vedi foto di Fabrizio Sulli).

I tre bacini fanno tutti parte del bacino orografico della valle del Vomano, una valle che fino a poche centinaia di metri dall’abitato di Montorio al Vomano è stretta e sinuosa, con connotazione più simile ad una vera e propria gola rispetto ad una valle classica, in poche parole è un lungo imbuto naturale. Il fatto che il bacino più grosso, ovvero quello di Campotosto, sia anche quello situato più a monte costituisce la preoccupazione maggiore. Un suo eventuale cedimento innescherebbe un effetto domino i cui effetti sono facilmente intuibili. Lungo la valle figura una città come Montorio avente novemila abitanti e successivamente verso la costa si susseguono numerosi altri centri abitati di una certa grandezza.

Con questo scritto non voglio ovviamente allarmare nessuno, in questa fase non ce n’è davvero bisogno, ma solamente spiegare come è conformata questa zona da un punto di vista territoriale. Conoscere ciò di cui si sta parlando è sempre meglio.

Cerchiamo Volontari per andare in Abruzzo

Ricevo e divulgo volentieri la seguente mail arrivata dalla Protezione Civile di Montopoli Sabina che recluta volontari per i campi sfollati in Abruzzo. Ho parlato personalmente al telefono con il responsabile, quindi la notizia è verificata.
Il sottoscritto figura già da una settimana nell'elenco dei volontari della sezione del Club Alpino Italiano di Isola del Gran Sasso d'Italia e quindi partirà con un altro gruppo, ma per tutti quelli che volessero rendersi disponibili e non sanno come fare c'è questa opportunità.


La Protezione Civile di Montopoli Sabina (Base 2001) ha bisogno di volontari disposti a collaborare: distribuzione pasti, assistenza generica agli sfollati e ai soccorritori e qualsiasi cosa possa essere necessaria (le priorità cambiano in continuazione).
La situazione è questa:

RACCOGLIAMO DISPONIBILITA' PER I PROSSIMI 3 MESI
Stiamo creando un calendario dove inserire le disponibilità dei volontari a recarsi presso il campo sfollati di Fossa (AQ) (C.O.M. 2: Centro Operativo Mobile 2 della Regione Lazio).
La Protezione Civile Bassa Sabina Base 2001 dispone di una tenda con 8 posti letto.
Necessita la presenza continuata di 3 - 4 volontari, per un periodo ideale e massimo di 3 - 4 giorni.
I volontari si affiancheranno ad altri 4 componenti esperti della Protezione Civile Base 2001.
I tipi di lavoro richiesti saranno: distribuzione pasti e assistenza ai soccorritori specializzati (Es.: portare acqua al vigile del fuoco), o altre manzioni che potranno variare a seconda dell’evolversi delle necessità.
Fino a quando non cesserà la situazione di emergenza è possibile andare a L’Aquila solo se si fa parte di una Protezione Civile già operante sul territorio.
Se nel vostro territorio di provenienza c’è già una protezione civile operante, chiedete prima a loro se hanno bisogno di aiuto: è preferibile.
Se non hanno necessità, contattate noi.
PER ANDARE E’ NECESSARIO
1 Iscriversi alla Protezione Civile (l’iscrizione è gratuita e comprensiva di copertura assicurativa). Le iscrizioni potranno avvenire presso il nostro Teatro, in via Pietro Nenni 17, 02047 Poggio Mirteto (Rieti), o in altri modi da concordare preventivamente con la nostra Protezione Civile Locale.
E’ possibile fare l’iscrizione anche via e-mail.
E’ necessario iscriversi per poter entrare nei territori colpiti dal terremoto, altrimenti non verrete fatti passare.
2 Non servono le tende, ma è necessario munirsi di sacco a pelo o coperte, al momento le tende non sono riscaldate (la notte fa -3° e il giorno 30°).
3 Portare molti cambi di vestiario. Non ci sono ancora delle docce (restare 3 – 4 giorni è il massimo della permanenza).
- Pantaloni da lavoro, o comunque comodi (non jeans).
- Molte magliette.
- Pettorina fluorescente (anche del tipo usato per le automobili): è necessario essere sempre riconoscibili per poter operare nei campi. Sulle pettorine e sulle auto dovrà essere apposto il logo della Protezione Civile della Bassa Sabina “Base 2001”.
- Scarpe antinfortunistica, o comunque scarponi (niente tacchi o sandali).
- Mascherine per la polvere.
- Guanti da lavoro, e se possibile anche guanti in lattice.
- Biancheria. E salviettine umide per lavarvi. (Non ci sono ancora docce)
- Dovrete essere indipendenti se avete bisogno di medicinali (è fortemente sconsigliato partire a persone che hanno Labirintite o problemi di nausea, vertigini o equilibrio, perché la terra ancora trema in continuazione).
- Se avete un casco (da cantiere) portatelo, altrimenti vi verrà fornito sul posto.
4 E’ ottima cosa essere automuniti. Assicuratevi che la vostra auto sia in buone condizioni, perché nelle zone terremotate non c’è ovviamente soccorso stradale (se vi si rompe la macchina la lasciate lì).
E’ ideale se già vi organizzate in gruppi di 3 – 4 persone. Se siete di meno organizzaremo la macchina noi, in modo da partire con una sola auto.
Dovete fornirci preventivamente la Targa e il Modello della vostra auto.
Per accedere alle zone colpite dovete essere registrati. In ogni caso verrà un membro della nostra Protezione Civile a prendervi al punto di controllo. Lo dovrete chiamare quando state per arrivare. Questo è necessario finchè non cessa lo stato di emergenza.
Se venite da lontano, è possibile far base presso la nostra Residenza Teatrale fin dal giorno prima della partenza (via Pietro Nenni 17, 02047 Poggio Mirteto, Rieti – da qui per arrivare a L’Aquila servono 2 -3 ore di viaggio a seconda della condizione delle strade). E’ ideale e necessario partire da qui entro le 6.30 del mattino, come è ideale restare sul campo
3– 4 giorni, in modo da aver una esperienza continuata. Prendiamo comunque anche disponibilità per un singolo giorno.
Per chi arrivasse in treno, deve scendere alla stazione di Poggio Mirteto (non si deve passare per la città di Rieti, ma prendere la linea metropolitana FM1 da Roma Tiburtina, Roma Ostiense o Orte).
NON E’ NECESSARIO
- Portarsi da mangiare. (Nel campo i volontari possono mangiare alla mensa dopo gli sfollati, tuttavia i volontari della nostra Protezione Civile, per non aspettare i tempi della fila si cucinano da soli nella loro cucina da
campo)- Portarsi una tenda.
COMPILATE LA SCHEDA PER OGNI SINGOLO VOLONTARIO
Automunito – si _ no _
Marca e modello auto
Targa
Posti disponibili
Nome
Cognome
Data di nascita
Luogo di nascita
Gruppo Sanguigno
Residenza

Chiunque fosse disponibile può contattarci:
ai numeri
0765 24699 Sede Teatro
328 1125107 Andrea
380 4685062 Lidia
329 0148266 Valentina
all'indirizzo info@condizioniavverse.org inserendo in oggetto
“DISPONIBILITA’ VOLONTARIATO ABRUZZO”
sulla nostra pag. FaceBook “Teatro delle Condizioni Avverse”.
Sito internet: http://www.officineculturali.org/
Per conto di:
“Protezione Civile Base 2001”
Via Ternana 65, 02034 Montopoli Sabina (Rieti)

Il Teatro delle Condizioni Avverse [ovvero] Compagnia del Melograno
Officina Culturale della Bassa Sabina
e Compagnia dell’Inserenata
Andrea Maurizi
via della Torre 18 - 02034 Montopoli Sabina [Rieti]
328.1125107 - 0765.24699 [teatro]

Un terremoto perimetrato



Leggendo i giornali nazionali pare che l’emergenza di questi giorni sia confinata all’aquilano. Si fa un gran parlare della Valle dell’Aterno, si sente parlare spesso della zona di Campotosto e qualche volta dell’altipiano delle Rocche. Sul resto c'è un silenzio quasi assordante. E’ come se il terremoto avesse spiegato la sua forza distruttrice entro dei limiti geografici ben definiti. Eppure danni consistenti ci sono stati anche altrove, anzi, in alcuni posti stanno aumentando proprio in questi ultimi giorni. Le ultime scosse con epicentro attorno al lago di Campotosto hanno provocato diverse lesioni e crolli in moltissimi comuni del teramano.

La situazione è particolarmente delicata a Pietracamela, dove la popolazione dorme in ricoveri di fortuna dalla notte del 6 aprile. Il sindaco mi ha comunicato che non disponendo di tende ampie e capienti gli anziani preferiscono dormire su un pullman dell'ARPA. Una tenda da 8/10 posti con 20 brandine e 20 sacchi letto è stata acquistata con una sottoscrizione da parte di tanti amici e soci della sottosezione del Cai di Pietracamela. Maggiori dettagli sono disponibili sul sito della sottosezione www.caipietracamela.it

Gli sfollati nel teramano aumentano di giorno in giorno, ogni nuova scossa apre crepe, lesioni e provoca micro-crolli. A Castelli risultano lesionati molti edifici del centro storico, il museo della ceramica e la chiesa di Santa Maria degli Angeli che è a rischio di crollo. Tiene la bellissima chiesa di San Donato con la famosa volta coperta di mattonelle di ceramica. Si stanno valutando i danni alla Chiesa Madre situata al centro del paese, in caso di inagibilità costituirebbe un pericolo per tutte le case limitrofe. Inagibile anche l'ambulatorio medico, mentre fortunatamente i primi rilievi geologici effettuati sul costone su cui poggia il paese non ha evidenziato fenditure preoccupanti.

Danni più o meno gravi anche in molti altri comuni dell’area pedemontana del Gran Sasso e più a valle fino a Teramo e San Nicolò a Tordino dove sono inagibili diversi palazzi. I primi rilievi dei vigili del fuoco coadiuvati da squadre di tecnici hanno portato all’evacuazione di 180 edifici nella sola provincia di Teramo.
A questo punto, mentre perdurano le scosse sismiche, si spera che l’istituzione del COM (Centro Operativo Misto) fortemente richiesto dai comuni della fascia pedemontana nella riunione del pomeriggio del giorno di pasquetta, sia il primo passo per prendere atto della grave situazione che sta vivendo anche questa parte di Abruzzo. Il COM dovrebbe portare in tempi brevi al riconoscimento ufficiale dello stato di emergenza condizione indispensabile per poter procedere successivamente alla ricostruzione.

Per chi non sapesse cosa è il COM (io non ne avevo sentito mai parlare fino a ieri) si tratta di un organismo coordinato dalla Regione Abruzzo con sede a Montorio al Vomano che coordinerà tutte le istituzioni presenti sul territorio (comuni, provincia, prefettura), avvalendosi dell’opera gratuita di tanti professionisti resisi disponibili (architetti, geologi, geometri ed ingegneri) provvederà ad effettuare un censimento dettagliato degli edifici colpiti.

Terremoto nella Valle Siciliana



Anche la nostra amata valle è stata coinvolta dagli eventi sismici di questi giorni. Diverse case sono rimaste lesionate soprattutto a Castelli ma un po’ in tutti i comuni della zona. A Colledara sono state dichiarate inagibili le case popolari.

In queste ore nel grande parcheggio situato sotto al monastero di San Gabriele si sta approntando una tendopoli per l’accoglienza non solo degli sfollati dell’aquilano ma anche per quelli dei comuni circostanti.

L’evento più grave che ha colpito la comunità della valle è stato sicuramente la morte di Paolo Verzilli studente di Forca di Valle deceduto domenica notte nel crollo dell’abitazione de L’Aquila dove soggiornava per motivi di studio.

Ma anche il panico generale che ha colpito la popolazione crea una situazione sociale molto difficile. Il fatto che le scosse più forti finora si sono verificate soprattutto la sera o durante la notte ha messo tutti in una posizione di incerta attesa nei confronti dell’ennesima scossa. Nessuno dorme più in casa, chi può si è organizzato per andare a casa di amici o parenti, i più dormono in macchina o in tenda nei giardini.

Nei prossimi giorni sarò in zona, se posso cercherò di aggiornarvi con altre notizie.