Abbiamo traslocato

Da oggi ci trovate su http://vallesiciliana.wordpress.com/

Chi ricostruirà l'Abruzzo ?


La promessa di una ricostruzione affidata ad imprese del luogo fatta dal primo ministro Silvio Berlusconi si sta rivelando quello che in molti temevano, una frase fatta per far stare buoni gli abitanti delle zone colpite dal sisma e niente di più.

I primi appalti per la ricostruzione sono stati affidati a due ditte del Nord nonostante l'unica impresa locale abbia fatto un'offerta economicamente più vantaggiosa offrendo uno sconto più che doppio rispetto a chi ha vinto. Si tratta di costruire le piattaforme antisismiche in cemento armato su cui poi inserire alloggi provvisori o definitivi. In un caso l'impresa vincente ha promesso di finire i lavori in anticipo, pur dovendo portare operai dal Nord e dovendoli poi alloggiare nel cantiere. E non si tratta di qualche decina di persone ma di diverse centinaia. Ma quello che più appare strano è che le relazioni tecniche presentate dall'abruzzese Imar, se pur perfettamente uguali a quelle del vincitore, hanno preso fra i voti più bassi assegnati dalla Protezione Civile.

In tanti aspettano di vedere l'Impregilo in azione, la stessa che ha costruito l'ospedale San Raffaele a L'Aquila, per chi non lo ricordasse quello crollato come un castello di sabbia.

Che gli abruzzesi hanno perso fiducia in questo esecutivo è chiaro a tutti, basta vedere la percentuale dei votanti alle ultime europee, ben inferiore al 30%. La motivazione ufficiale è che ci sono state diverse scosse, ma andando a vedere non sono state numerose e la più forte è stata di grado 2.4, avvertibile si, ma non tanto da terrorizzare una popolazione purtroppo abituata a ben peggio. Ma da un uomo che invitava ad andare tutti al mare a spese dello stato o a fare campeggio fuori stagione che cosa si ci può aspettare?

Qualcuno spera ancora che con l'arrivo del freddo non ci siano più le tende, sono gli stessi che la notte del 24 dicembre aspettano l'arrivo di Babbo Natale con le sue renne. Quello che più fa male è sentirsi abbandonati dopo l'iniziale gara di solidarietà partita da tutto il mondo, oggi l'Abruzzo fa notizia solo se qualche cantante fa un concerto di beneficenza, grazie ma abbiamo bisogno di ben altro che di una canzone per quanto bella e significativa.

6 Aprile 2009

Io non posso dimenticare.

Tu lo vuoi ?

Montecitorio, 16 giugno 2009

I comuni della Valle

di Vincent Cimellato

Nel corso dell’ultima campagna elettorale durante un comizio l'aspirante sindaco ha detto più o meno queste parole: “Nella mia lista sono rappresentate tutte le frazioni.” E nessuno ha detto niente, anzi erano tutti contenti, perchè questo è un comune formato da un insieme di frazioni. Colledara è forse l'esempio più eclatante di questa dinamica, ci sono addirittura delle frazioni divise come Ornano Piccolo e Ornano Grande.

Quello che più m'ha fatto sorridere è che mentre i mie compaesani votavano per il rappresentante della propria frazione, mezza Europa fra cui anche noi, eleggeva il suo Parlamento comune. Gli sprechi sono inaccettabili in tempi di vacche grasse, ma quando sono magre come oggi appaiono ancor più inaccettabili.

La Valle Siciliana è composta da cinque comuni che messi insieme non raggiungono i 15.000 abitanti, popolazione minima per la quale l’esistenza di un comune assume un senso economico-finanziario. Nella Valle ci sono quindi cinque sindaci, cinque vicesindaci, cinque uffici anagrafi, cinque uffici tecnici, insomma cinque di tutto, anche le magre casse comunali sono cinque.

Perchè ?

Lo so è una domanda forse folle, ma alla quale nessuno m'ha ancora dato una risposta, o meglio nessuna risposta logica o sensata. Avere un unico comune permetterebbe non solo di risparmiare migliaia di euro l'anno ma anche e soprattutto avere servizi migliori con una burocrazia più veloce, avere un unico piano di sviluppo che coinvolga dal nostro artigianato alle energie eco-sostenibili, una programmazione comune per le nostre strade sempre più simili a percorsi per rallisti che vie adatte alle normali macchine.

Di certo non si sarebbero visti comuni inclisi nel famoso 'cratere' di Bertolaso a discapito di altri, forse in condizioni peggiori, che non figurano in quell'elenco.

Certo l'amministrazione dev'essere limpida e cristallina per non permettere favoritismi partigiani sempre poco graditi. Le liste civiche (parlare di partiti in realtà come la nostra ha ancora meno senso rispetto ai cinque comuni che la compongono) devono rappresentare non tutto il territorio, ma la sua espressione migliore.

Ma a questo punto mi chiedo: i nostri politici locali sono disponibili a farsi da parte per favorire il bene comune? Considerato come funzionano le nostre amministrazioni, condizionate nelle loro scelte dal favoritismo personale, sono pessimista.

Diventiamo una testata?



L'idea di fare una giornale sulla Valle Siciliana è una cosa che avevo in testa da diverso tempo, ben prima di registrare questo dominio più di un anno fa. L'informazione locale è secondo me l'unica via di salvezza per chi voglia fare informazione di un certo livello oggi. Sono un convinto seguace della teoria di Jeff Jarvis Cover what you do best. Link to the rest, un principio che ancora pochi media applicano affannandosi in una corsa sfiancante cercando di coprire tutto e facendolo inevitabilmente male.
Viviamo in un'epoca in cui chi come me si appresta a diventare un "uomo maturo" (ho 44 anni) si trova spesso nell'impossibilità di contribuire al miglioramento della società in cui vive. I centri di potere sembrano off-limits per la stragrande maggioranza della popolazione di questo paese, colonizzati da una classe dirigente di geriatri che non hanno nessuna intenzione di mollare la presa.
Cosa ci rimane da fare? Internet offre a tutti la possibilità di comunicare e diffondere notizie strutturate e complete in breve tempo e a bassissimo costo. Così quando sul forum di Colledara ho lanciato la proposta di costituire una vera e propria redazione locale ho avuto subito un piacevole (e devo dire quasi inaspettato) riscontro positivo. Qualcuno mi ha anche già mandato un articolo, insomma credo che qualcosa si stia mettendo in moto.
A questo punto inevitabilmente la struttura grafica del sito dovrà cambiare per potersi adeguare alla nuova realtà, gli itinerari andranno relegati in un'apposita sezione e gli articoli in un'altra. Chiedo a chi vorrà collaborare e anche a chi pensa solo di essere un utente (in fondo questo sito è soprattutto per voi) di elencarmi quali potrebbero essere i temi da inserire in una fantomatica barra del menu del sito.
Chi comincia?

Un Centro storico da salvare - Collettivo 99


Dal 6 aprile in poi sono stato a L'Aquila non so quante volte. Oltre alla percezione fisica di una città assolutamente stravolta, ho avuto la sensazione parlando coi suoi abitanti di un clima sociale diverso, rinnovato e in costante dinamica evoluzione.
Il 6 aprile 2009 sta a L'Aquila come l'11 settembre 2001 a New York. C'è un prima ed un dopo rispetto a una data che è una linea di demarcazione netta. Dopo il 6 aprile è come se le molte anime silenti aquilane avessero tratto dalla catastrofe forza e nuova linfa per emergere e uscire finalmente allo scoperto.
Nelle tendopoli si sono costituiti e continuano a crearsi ogni giorno nuovi comitati di cittadini. Gli aquilani vogliono essere parte attiva nel processo della ricostruzione, contribuire alle decisioni riguardanti il loro futuro abitativo e vigilare sulle spese sostenute e da sostenere sia nella ricostruzione che nella gestione dei campi da parte della Protezione Civile.
Collettivo99 è uno di questi esempi, un'associazione in grado di coagulare le competenze di molti giovani tecnici aquilani che si vogliono assumere in prima persona l'onere e la responsabilità della ricostruzione della loro città. Gli obiettivi sono chiarissimi: il collettivo ritiene che spetti e sia dovere della comunità aquilana essere artefice del proprio destino futuro, rinnegando qualsiasi intervento piovuto dall’alto o ideato e realizzato esclusivamente da competenze e manovalanze esterne.
La ricostruzione di una città non può prescindere dal suo tessuto sociale, in particolare dai giovani che la vivranno. Considerato che L'Aquila è una città universitaria, popolata soprattutto da studenti, questo principio acquisice ancora più forza. L'opposizione alle c.d. "new town" formate da casette di legno prefabbricate, realizzate in aree lontanissime dai nuclei urbani originari nasce proprio da questo assunto.
L'associazione Un centro storico da salvare sta organizzando un presidio per il 10 giugno a Roma sotto a Montecitorio per far capire quanto sia insoddisfacente il decreto redatto dal governo.

L'Aquila 3 giugno 2009

Qualche foto della manifestaione di ieri. L'ultima immagine raffigura il grande cratere davanti alla casa dello studente.






La manifestazione dei terremotati

Ieri pomeriggio a L’Aquila c’è stata la manifestazione indetta dalla provincia e dal comune per sollecitare maggiore attenzione sui temi della ricostruzione in vista dell’approvazione del decreto sul terremoto la cui discussione è prevista in Parlamento per il 15 di giugno. A livello istituzionale c’erano tutti, dai sindaci dei comuni dell’area del cratere, ai comitati di cittadini, i parlamentari abruzzesi e la presidente della Provincia de L’Aquila Stefania Pezzopane. Spiccava solo l’assenza del presidente della Regione Abruzzo, evidentemente non aveva capito che l’orientamento politico in questi casi lascia il tempo che trova.

La partecipazione non era numerosissima come mi sarei aspettato, circa mille partecipanti, ma considerato che è stata una manifestazione organizzata in fretta e furia a ridosso di un giorno festivo va bene così.

Il fronte delle amministrazioni locali è stato compatto nel chiedere che il decreto legge che verrà approvato sia quanto più esaustivo possibile nel definire l’eccezionale situazione di calamità che si è creata il 6 aprile scorso. La stima dei danni ancora provvisoria ad oggi ammonta a oltre 10 miliardi di euro, cifra che non può essere affrontata con mezzucci ridicoli come i crediti d’imposta o i proventi del Gratta e Vinci. Tutti sono stati concordi nel ritenere la tassa nazionale di scopo, come avvenuto in passato nei terremoti che colpirono l’Umbria e l’Irpinia, l’unica strada percorribile.

Solo in questo modo si eviterebbero situazioni tanto inedite quanto assurde con la creazione di cittadini di classe A e di classe B. L’Abruzzo, colpito negli ultimi anni da una gravissima crisi occupazionale, ha scelto da diversi anni di convertire il proprio modello economico andando verso l’offerta di un turismo naturalistico. La regione dei parchi è oggi meta di un turismo stanziale, improntato sulle seconde case e sugli alberghi che ruotano attorno alle sue tante aree protette. Va da sé che identificare i non residenti come cittadini di serie B non idonei a percepire il rimborso totale al pari di chi vive nelle zone sismiche equivarrebbe a dare la mazzata finale all’economia dell’intera regione.

La mobilitazione su questi e altri temi è molto forte anche all’interno dei campi, dove si sono costituiti comitati spontanei che si riuniranno con cadenza quotidiana nei prossimi giorni nonostante le resistenze della Protezione Civile che osteggia apertamente in alcune tendopoli le adunanze degli sfollati. Questo è un tema che, getta più di un’ombra sull’organizzazione di Bertolaso, emerso anche sul blog di Miss Kappa qualche giorno fa.

Al termine della manifestazione siamo entrati in corteo all’interno della zona rossa, percorrendo l’ormai tristemente famosa via XX Settembre fino a sostare davanti alla casa dello studente. Sono stati momenti molto emozionanti e di forte commozione. Per ironia della sorte gli unici muri perimetrali della palazzina che sono rimasti in piedi sono quelli sui quali si aprono le porte di emergenza. Quei quadrati verdi con i maniglioni antipanico ora irridono beffardi dall’alto un cumulo di macerie su cui sono poggiate delle corone di fiori.

Stasera, appena ho un attimo di tempo, posterò qualche foto

3 giugno 2009, ore 16,30 tutti a L'Aquila




Domani pomeriggio manifestazione alla Villa Comunale a L'Aquila per sollecitare maggiore attenzione da parte del Parlamento che sta per approvare il decreto sul Terremoto, la legge quadro su cui poggerà la ricostruzione di L'Aquila e degli altri comuni colpiti dal sisma.

I fondi messi a disposizione finora sono ridicoli e le prospettive sono davvero preoccupanti. Dopo la manifestazione di sabato è importante che ci sia un coinvolgimento crescente che sfocerà verosimilmente in una grande manifestazione che si terrà a Roma in concomitanza con l'approvazione del decreto in Parlamento.