Gli itinerari che dalla Valle Siciliana salgono sulle vette principali del massiccio del Gran Sasso sono tutti caratterizzati da buoni dislivelli. Non fa eccezione la proposta qui descritta che aggiunge allo sviluppo verticale anche un consistente sviluppo orizzontale.
Prestate attenzione ai ripidi prati sopra al Pian dell’Orto, in caso di pioggia recente possono essere molto scivolosi, questi pendii sono chiusi in basso dai salti rocciosi del fosso della Rava. Ne consegue che questo percorso è riservato a escursionisti esperti e ben allenati.
Partenza e arrivo: Colle Rustico (770 m.)
Dislivello: 1.800 m. circa
Tempo di salita: 4 ore e mezza
Tempo di discesa: 3 ore e mezza
Difficoltà: EE+
Avvicinamento
Da Castelli si prende la strada che sale verso Rigopiano e Campo Imperatore. Si superano gli abitati di San Rocco e San Salvatore subito dopo il quale, in prossimità di un tornante nel bosco, si scorge una carrareccia che si inoltra a destra verso il paretone del Camicia.
Poco prima del tornante uno spiazzo sulla sinistra della strada permette di parcheggiare comodamente la macchina.
La salita
Si comincia percorrendo la carrareccia che si inoltra nel bosco. Dopo una prima salitella la stradina si abbassa nella faggeta in una zona che ad agosto è spesso ricca di ciclamini. Una breve rampa conduce nei pressi del bivio con il sentiero risale il Fondo della Salsa ai piedi dell’impressionante parete Nord del Monte Camicia.
Si attraversa l’alveo del torrente Leomogna per seguire la traccia segnata che sale in mezzo al bosco. Giunti al Colle delle Nozze c’è un bivio con un cartello che indica la strada da seguire. Si va a sinistra sul sentiero che sale al Vado di Ferruccio. I segni sugli alberi sono ben visibili e si rimonta a lungo il ripido crestone del Pian dell’Orto fino a quando un tratto più ripido sotto ad un costone roccioso permette di uscire dal bosco.
Usciti dalla faggeta lo scorcio visivo è molto bello e regala una vista su uno degli angoli più selvaggi del massiccio. Sulla sinistra è ben visibile la maestosa parete del Camicia mentre sulla destra si notano le cascatelle dei fossi della Pila e della Rava che si incuneano fra le rocce ed i ripidi pendii erbosi della zona. Si continua a salire brevemente seguendo il filo della ripida cresta erbosa per poi piegare a destra attraversando a mezzacosta una serie di ripidi pendii di erba sui quali si scorgono di quando in quando rari segni di vernice sulle pietre. Questo tratto è il più delicato, l’assenza di traccia di sentiero e l’estrema ripidità del terreno erboso non vanno assolutamente sottovalutati. In caso di nebbia questa zona potrebbe essere risultare ancor più ostica e l’orientamento molto difficile.
Dopo un po’ si comincia a intuire una traccia appena accennata che taglia l’erba seguendo la quale si attraversano una serie di fossi che anche in estate inoltrata potrebbero conservare dei piccoli nevai. Il tratto più delicato termina nei pressi della confluenza col sentiero che giunge dalla Radura del Quadrato, dal versante opposto del Fosso della Rava. La traccia si fa adesso più evidente e risale ripidamente i pendii soprastanti, un ultimo risalto attrezzato con una catena permette di arrivare al Vado di Ferruccio dal quale si scorge il grande altipiano di Campo Imperatore.
Dal vado si va a destra seguendo il sentiero che corre sul filo di cresta, un tratto di salita più ripido conduce ad una larga zona pianeggiante sul versante settentrionale del Monte Prena. Qui si prende a sinistra una traccia segnata in mezzo alle ripide pietraie che salgono verso la vetta della montagna. Un ultimo tratto su placche di roccia inclinata permette di guadagnare la cresta sommitale a destra della quale c’è la croce di vetta.
Una sosta a questo punto è d’obbligo anche perché la vetta del Prena, piccola, stretta e circondata da pinnacoli rocciosi di varia forma e dimensione è un luogo davvero suggestivo.
La Cimetta e la discesa al Quadrato
Dalla vetta si riscende lungo la traccia di salita fino alla pianoro dal quale ci si dirige a sinistra aggirando lo spigolo che roccioso che scende dalla vetta della montagna. A questo punto si comincia a scendere su terreno aperto e privo di sentiero verso l’evidente vetta della Cimetta. Raggiunta la vetta della Cimetta si prosegue la discesa su terreno aperto e non obbligato avendo l’accortezza di mantenersi a destra del filo di cresta che scende dalla montagna. La vista lungo questo tratto è davvero mozzafiato con le colline sottostanti che degradano fino al Mare Adriatico. Il terreno fino alla radura del Quadrato è ripido ma non presenta pericoli particolari.
Giunti all’evidente radura occorre percorrerla tenendosi sul suo margine destro a filo del bosco fino individuare una traccia che entra nel bosco. Gli alberi in questa zona sono flagellati dalle numerose e consistenti valanghe della stagione invernale e l’ingresso nel bosco cambia di anno in anno. Comunque con un po’ di pazienza il punto di ingresso nella faggeta si riesce a individuare senza problemi.
I fossi della Pila e della Rava
Si scende ora all’ombra della faggeta fino ad incrociare il sentiero dei Quattro Vadi che arriva da sinistra. Si prosegue verso destra e anche al bivio successivo col sentiero che scende al Lago di Pagliata si mantiene la destra. Si percorre adesso un lungo tratto del sentiero dei Quattro Vadi verso Est. Dopo un ripido tratto in discesa fra gli alberi si attraversa il Fosso della Pila nei pressi di una cascatella. La portata d’acqua ovviamente varia di stagione in stagione ma anche nella secchissima estate 2007 era comunque cospicua e permette di rinfrescarsi piacevolmente.
Il sentiero prosegue nel bosco mantenendosi a lungo a mezzacosta con alcuni tratti che in estate possono essere ingombri di vegetazione. In particolare il tratto immediatamente successivo all’attraversamento del Fosso della Rava può risultare un po’ ostico perché non si riesce a intuire dove passare. Personalmente mi tengo sempre quasi a filo della cascata per risalire il ripido pendio accanto ad essa fra le felci. Poco dopo il sentiero riprende ad essere evidente e ben segnato e ci accompagna facilmente fino al bivio nei pressi del torrente Leomogna.
Da qui per rientrare a Colle Rustico non resta che seguire la strada fatta all’andata.
Prestate attenzione ai ripidi prati sopra al Pian dell’Orto, in caso di pioggia recente possono essere molto scivolosi, questi pendii sono chiusi in basso dai salti rocciosi del fosso della Rava. Ne consegue che questo percorso è riservato a escursionisti esperti e ben allenati.
Partenza e arrivo: Colle Rustico (770 m.)
Dislivello: 1.800 m. circa
Tempo di salita: 4 ore e mezza
Tempo di discesa: 3 ore e mezza
Difficoltà: EE+
Avvicinamento
Da Castelli si prende la strada che sale verso Rigopiano e Campo Imperatore. Si superano gli abitati di San Rocco e San Salvatore subito dopo il quale, in prossimità di un tornante nel bosco, si scorge una carrareccia che si inoltra a destra verso il paretone del Camicia.
Poco prima del tornante uno spiazzo sulla sinistra della strada permette di parcheggiare comodamente la macchina.
La salita
Si comincia percorrendo la carrareccia che si inoltra nel bosco. Dopo una prima salitella la stradina si abbassa nella faggeta in una zona che ad agosto è spesso ricca di ciclamini. Una breve rampa conduce nei pressi del bivio con il sentiero risale il Fondo della Salsa ai piedi dell’impressionante parete Nord del Monte Camicia.
Si attraversa l’alveo del torrente Leomogna per seguire la traccia segnata che sale in mezzo al bosco. Giunti al Colle delle Nozze c’è un bivio con un cartello che indica la strada da seguire. Si va a sinistra sul sentiero che sale al Vado di Ferruccio. I segni sugli alberi sono ben visibili e si rimonta a lungo il ripido crestone del Pian dell’Orto fino a quando un tratto più ripido sotto ad un costone roccioso permette di uscire dal bosco.
Usciti dalla faggeta lo scorcio visivo è molto bello e regala una vista su uno degli angoli più selvaggi del massiccio. Sulla sinistra è ben visibile la maestosa parete del Camicia mentre sulla destra si notano le cascatelle dei fossi della Pila e della Rava che si incuneano fra le rocce ed i ripidi pendii erbosi della zona. Si continua a salire brevemente seguendo il filo della ripida cresta erbosa per poi piegare a destra attraversando a mezzacosta una serie di ripidi pendii di erba sui quali si scorgono di quando in quando rari segni di vernice sulle pietre. Questo tratto è il più delicato, l’assenza di traccia di sentiero e l’estrema ripidità del terreno erboso non vanno assolutamente sottovalutati. In caso di nebbia questa zona potrebbe essere risultare ancor più ostica e l’orientamento molto difficile.
Dopo un po’ si comincia a intuire una traccia appena accennata che taglia l’erba seguendo la quale si attraversano una serie di fossi che anche in estate inoltrata potrebbero conservare dei piccoli nevai. Il tratto più delicato termina nei pressi della confluenza col sentiero che giunge dalla Radura del Quadrato, dal versante opposto del Fosso della Rava. La traccia si fa adesso più evidente e risale ripidamente i pendii soprastanti, un ultimo risalto attrezzato con una catena permette di arrivare al Vado di Ferruccio dal quale si scorge il grande altipiano di Campo Imperatore.
Dal vado si va a destra seguendo il sentiero che corre sul filo di cresta, un tratto di salita più ripido conduce ad una larga zona pianeggiante sul versante settentrionale del Monte Prena. Qui si prende a sinistra una traccia segnata in mezzo alle ripide pietraie che salgono verso la vetta della montagna. Un ultimo tratto su placche di roccia inclinata permette di guadagnare la cresta sommitale a destra della quale c’è la croce di vetta.
Una sosta a questo punto è d’obbligo anche perché la vetta del Prena, piccola, stretta e circondata da pinnacoli rocciosi di varia forma e dimensione è un luogo davvero suggestivo.
La Cimetta e la discesa al Quadrato
Dalla vetta si riscende lungo la traccia di salita fino alla pianoro dal quale ci si dirige a sinistra aggirando lo spigolo che roccioso che scende dalla vetta della montagna. A questo punto si comincia a scendere su terreno aperto e privo di sentiero verso l’evidente vetta della Cimetta. Raggiunta la vetta della Cimetta si prosegue la discesa su terreno aperto e non obbligato avendo l’accortezza di mantenersi a destra del filo di cresta che scende dalla montagna. La vista lungo questo tratto è davvero mozzafiato con le colline sottostanti che degradano fino al Mare Adriatico. Il terreno fino alla radura del Quadrato è ripido ma non presenta pericoli particolari.
Giunti all’evidente radura occorre percorrerla tenendosi sul suo margine destro a filo del bosco fino individuare una traccia che entra nel bosco. Gli alberi in questa zona sono flagellati dalle numerose e consistenti valanghe della stagione invernale e l’ingresso nel bosco cambia di anno in anno. Comunque con un po’ di pazienza il punto di ingresso nella faggeta si riesce a individuare senza problemi.
I fossi della Pila e della Rava
Si scende ora all’ombra della faggeta fino ad incrociare il sentiero dei Quattro Vadi che arriva da sinistra. Si prosegue verso destra e anche al bivio successivo col sentiero che scende al Lago di Pagliata si mantiene la destra. Si percorre adesso un lungo tratto del sentiero dei Quattro Vadi verso Est. Dopo un ripido tratto in discesa fra gli alberi si attraversa il Fosso della Pila nei pressi di una cascatella. La portata d’acqua ovviamente varia di stagione in stagione ma anche nella secchissima estate 2007 era comunque cospicua e permette di rinfrescarsi piacevolmente.
Il sentiero prosegue nel bosco mantenendosi a lungo a mezzacosta con alcuni tratti che in estate possono essere ingombri di vegetazione. In particolare il tratto immediatamente successivo all’attraversamento del Fosso della Rava può risultare un po’ ostico perché non si riesce a intuire dove passare. Personalmente mi tengo sempre quasi a filo della cascata per risalire il ripido pendio accanto ad essa fra le felci. Poco dopo il sentiero riprende ad essere evidente e ben segnato e ci accompagna facilmente fino al bivio nei pressi del torrente Leomogna.
Da qui per rientrare a Colle Rustico non resta che seguire la strada fatta all’andata.