L’Acerone, il rifugio D’Arcangelo e Vado di Corno



Il valico di Vado di Corno è un punto di passaggio antichissimo, probabilmente è lo sbocco più naturale della direttrice che collega la Valle Siciliana con quella dell’Aterno e la città de L’Aquila. Sicuramente utilizzato in epoca borbonica (testimonianze scritte narrano addirittura di una guarnigione di soldati che presidiava stabilmente il sentiero che sale al valico) il sentiero era molto percorso anche in epoca più recente dai contadini della Valle Siciliana che si recavano a mietere il grano nell’alta Valle dell’Aterno.
Secondo alcuni il sentiero che sale al vado è ciò che rimane dell’antica Via Cecilia, direttrice di origine romana cui la Valle Siciliana deve il nome (l’odierno Sicilia non sarebbe altro che una storpiatura del tempo dell’antico nome della via romana).


Partenza e arrivo: Casale San Nicola (880 m.)
Dislivello: 1.100 m. circa
Tempo di salita: 3 ore e mezza
Tempo di discesa: 2 ore e mezza ore
Difficoltà: E

Dalla piazzetta di Casale si torna indietro a piedi per qualche decina di metri fino ad imboccare a destra la strada che sale sotto i piloni dell’autostrada. La strada si trasforma quasi subito diventando sterrata, passa accanto agli orrendi ruderi degli ex cantieri del traforo autostradale, mai rimossi e si cui sono ancora ben visibili i resti delle abbandonate da decenni.
Alcune belle radure offrono splendidi scorci verso il vicino paretone del Corno Grande, entrati nel bosco si supera un tratto di salita più decisa fino a raggiungere il bivio per Fonte Nera.
Fino a qui si potrebbe arrivare anche in automobile ma la mezz’ora a piedi in più ripaga la vista della fatica supplementare. La sterrata ora comincia a salire con decisione e in breve si arriva ad un bivio dove si tralascia la carrareccia che a destra conduce a Fonte Nera per proseguire a sinistra a mezza costa immersi nella bellissima faggeta che caratterizza tutto questo versante del massiccio. Superato lo sbocco della suggestiva forra della Valle dell’Inferno caratterizzata dalla presenza di una massiccia opera di captazione delle acque, si continua lungo la strada sterrata fino a raggiungere i cartelli che segnalano a destra l’inizio del sentiero per Vado di Corno.
Adesso si sale decisamente su un bel sentiero che si inerpica nel bosco su una traccia ben segnata. Superato un breve tratto più aperto si riprende ben presto a salire fra gli alberi. Giunti a quota … m. circa si nota sulla sinistra un cartello che segnala il vicino Acerone. Una breve deviazione permette di ammirare questo fantastico esemplare di albero secolare, purtroppo danneggiato anni fa da alcuni imbecilli che accesero un fuoco all’interno della grande cavità alla base del suo tronco.
Rientrati nel bosco il sentiero sale con pendenza costante fino ad arrivare ad una biforcazione attorno a quota 1.600 metri. A destra si raggiunge in breve la radura dove sorge il rifugio D’Arcangelo (1.655 m. - 3 ore da Casale San Nicola). La deviazione vale la pena, nei pressi di ciò che rimane dell’antico stazzo del Vaduccio si può consumare la merenda usufruendo di una vista fantastica sul tormentato e selvaggio versante orientale del Corno Grande.
Il rifugio è intitolato al dott. Nicola D’Arcangelo, sindaco di Isola del Gran Sasso negli anni ’20 e fondatore nel 1921 della locale sezione del CAI. Fu un forte promotore dell’attività esplorativa sulle vicine montagne del Gran Sasso. D’altronde all’epoca ad Isola l’attività escursionistica non doveva essere così bizzarra se già nel 1894 il CAI segnala sulla propria rivista i nomi di 4 guide operanti in paese (Pietro Ciarelli, Luigi Di Giacomo, Giustino Di Francesco e Giuseppe Flacco).
La sezione di Isola esiste ancora oggi e ci si può rivolgere ad essa per chiedere le chiavi del rifugio, dotato di 4 posti letto e di una stufa a legna.
Club Alpino Italiano Sezione di Isola del Gran Sasso Salita San Giuseppe, 1 64045 Isola del Gran Sasso TE- Tel e Fax 0861 976202.
Tornati al bivio a quota si riprende a salire verso destra fuori dal bosco su pietraie circondate da prati ed in breve tempo si raggiunge lo stretto intaglio di Vado di Corno.
La vista si apre ora sull’immenso pianoro di Campo Imperatore popolato d’estate da grandi quantità di mucche, cavalli e pecore al pascolo. In zona non è raro avvistare la volpe e anche il lupo qui si manifesta più spesso di quel che si possa pensare.
Chi volesse da Vado di Corno può ovviamente proseguire verso Ovest lungo la cresta erbosa che conduce fino alla vetta di Monte Aquila (2.400 m. - 2 ore da Vado di Corno), oppure può percorrere la stessa cresta nell’altra direzione (Est) fino ad arrivare alla vetta del Monte Brancastello (2.485 m. - un’ora da Vado di Corno).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao sono pasquale. Tempo permettendo domenica ci recheremo in vetta al monte brancastello, vieni ancvhe tu allora? ciao Marco