C’era una volta Castiglione della Valle



Colledara, il mio paese, nasce come agglomerato di case sparse. E’ una dinamica tipica di molti centri rurali quella di amalgamare lentamente fra loro una serie di piccole frazioni fino a trasformarle in un unico centro urbano. Quando ero bambino Carancia, Colledara paese (da alcuni anche chiamata Capo di Colle), Pantani, Chiovano e Villa Ilii erano dei mini agglomerati di case separate da spazi di campagna coltivata. La distanza fra di loro non era eccessiva, qualche centinaio di metri, ma era ancora sufficiente a dare l’impressione di trovarsi dinnanzi ad una serie di frazioni indipendenti.
Oggi il paese è cresciuto, una serie di case basse con giardino uniscono fra loro i vari centri abitati di un tempo, probabilmente solo Villa Ilii mantiene ancora le caratteristiche di un tempo. Qui fino a pochi anni fa c’era addirittura una sua scuola elementare dove tra le altre cose il sottoscritto superò gli esami di seconda (a quei tempi ancora si facevano, lo so, sono vecchio…).
Questa conformazione urbanistica ovviamente rendeva Colledara un comune molto diverso rispetto agli altri presenti nella Valle Siciliana. In pratica era l’unico a non essere cresciuto attorno ad un centro storico. Ma non è stato sempre così. Mio nonno, per esempio, nato alla fine del 1.800 non figura come nato a Colledara, ma all’anagrafe risulta nato a Castiglione della Valle.
Castiglione della Valle (anticamente Castrum Leonis Vallis) è l’antico comune di questa zona, ricoprì tale funzione fino al 1909 anno in cui la sede comunale venne trasferita a Colledara per motivi di comodità. Colledara era situata in posizione molto più centrale rispetto al resto della valle, aveva molti più abitanti, l’ambulatorio medico, la banca e poi la strada per arrivare a Castiglione era un disastro, ogni volta che pioveva ne franava un pezzo.
Uno dei primi ricordi che ho di Castiglioni, come la chiamiamo noi, risale alla mia età fanciullesca. Don Roberto, il parroco di Colledara spesso il pomeriggio prendeva un manipolo di noi ragazzini, ci caricava sulla sua seicento e ci portava con lui a Castiglione della Valle. La strada (allora era ancora sterrata è stata asfaltata solo due anni fa) scende in una vallata in mezzo ad un dedalo di fossi. Il clima qui sotto è perennemente umido e contribuisce a mantenere una rigogliosa vegetazione di piante di ogni genere, dalle querce ai salici. Luoghi naturalisticamente talmente belli da meritare l’istituzione nel 1990 del Parco Territoriale Attrezzato “Fiume Fiumetto”, area protetta regionale di 74 ettari di cui l’antico paese è parte integrante.
Il centro abitato è situato in cima ad uno sperone proprio alla confluenza con il fiume Fiumetto, arrivare qui era ed è tutt’ora un po’ un viaggio a ritroso nel tempo, soprattutto se lo si fa percorrendo a piedi uno dei sentieri del parco invece della strada asfaltata. Un tempo scendere a Castiglioni era sempre un po’ un’incognita, soprattutto dopo abbondanti piogge ci si chiedeva: “chissà se è franata la strada prima del ponte?” Ricordo benissimo che il breve tratto oggi rinforzato con delle travi di cemento armato, un tempo era tenuto assieme da alcuni terrapieni creati con una serie di canne infisse nel terreno.
(Foto di Pasquale Pichinelli)


Per il resto Castiglione regala lo stesso fascino e la stessa atmosfera di un tempo, case e stradine di pietra sono immerse in un silenzio rotto solo dal rumore dell’acqua che scorre giù in basso nei fossi che cingono il paese. Solo quattro famiglie vivono in questo paradiso, quattro famiglie che dal 6 aprile 2009 sono state sfollate. Tutto il paese è stato dichiarato inagibile. Il terremoto qui ha lasciato segni evidentissimi, ha addirittura aperto il portone del palazzo della vecchia sede comunale. Crepe enormi sono visibili praticamente su ogni edificio, danni strutturali tali da chiedersi se sarà mai possibile procedere ad un loro consolidamento senza abbatterli.


Se Colledara non rientrerà fra i comuni per i quali è stato dichiarato lo stato di calamità naturale questo luogo è destinato a morire e con esso la memoria storica dei suoi abitanti. E si sa, un paese che non è in grado di preservare la propria cultura e la propria storia non ha futuro.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Voglio sperare che gli amministratori e i Colledaresi non lascino morire un posto fatato come Castiglione Della Valle a prescindere dai contributi per la calamità naturale.

MFM - bummi ha detto...

Grazie caro anonimo per esserti fermato a commentare.
I danni purtroppo sono ingenti e gli edifici sono quasi tutti di proprietà privata. Il comune credo detenga unicamente l'edificio dove sorgeva il vecchio palazzo comunale.
Se non arrivano degli aiuti economici temo che un altro bellissimo pezzo di questo paese andrà in rovina.